Valter Mainetti: per noi Vicenza è stata una perdita
Gentile Direttore,
abbiamo letto l’articolo sui “prestiti facili” della Banca Popolare di Vicenza ai grandi soci e Le chiedo di poter precisare la nostra posizione perché veniamo inseriti nel novero di coloro che erano stati favoriti da quella pratica e che ne avrebbero dovuto trarre vantaggio quando la verità è all’opposto.
Innanzitutto dobbiamo sottolineare che il finanziamento di cui parla l’articolo, da 25 milioni di euro, ci venne accordato dalla Banca in una fase, la fine del 2014, in cui l’Istituto era ancora considerato talmente stabile da poter semmai salvare qualche banca in difficoltà: proprio Repubblica scriveva, nel maggio di quell’anno, che la Banca d’Italia avrebbe chiesto all’allora presidente Zonin di intervenire in Banca Etruria.
In quel contesto, la Popolare di Vicenza rientrò nel pool di banche scelte per finanziare una nostra importante operazione immobiliare all’estero.
Di questo finanziamento ci chiesero di impiegarne temporaneamente 25 milioni, per rilevare titoli della Vicentina a un prezzo nell’immediato per noi vantaggioso, ma che sarebbe stato tale anche per la banca se le azioni avessero continuato ad essere scambiate a valori più elevati, e tutto comunque condotto in piena trasparenza e nell’ambito di un costume noto e consentito dalle Autorità di vigilanza.
Quello che l’articolo non riporta è che però il riacquisto di quelle quote, che ci era stato effettivamente prospettato, non c’è mai stato, e quindi il nostro Gruppo ha dovuto contabilizzare, limitatamente a quella parte del deal, una minusvalenza.
Quindi essere indicati per aver firmato un cattivo affare va bene, può capitare a chiunque, e stavolta è capitato a noi; esserlo invece per essere stati favoriti in un’operazione dalla quale siamo usciti in perdita significa aggiungere al danno la beffa.
Con l’occasione inviamo i nostri più cordiali saluti,
Valter Mainetti
Fonte articolo:
Repubblica.it