Edifici scolastici, alla «Cadlolo» il restauro lo paga la pubblicità
«È la prima volta che a Roma, attraverso fondi privati, si fa un restauro conservativo di un bene pubblico» annuncia fiera la minisindaca Sabrina Alfonsi»
Per la prima volta a Roma una scuola, che in realtà è anche un edificio storico di pregio, viene restaurata grazie a un accordo tra pubblico e privato, come si dice in gergo tecnico un project financing: nessuna spesa, cioè, per l’amministrazione, perché l’intervento sarà interamente finanziato coi proventi della pubblicità che, durante i lavori, sarà affissa sulla facciata. Tornerà così a risplendere un gioiello del centro storico, l’edificio che appunto ospita la scuola Alberto Cadlolo, costruito tra il 1921 e il 1925 su progetto del noto architetto Vincenzo Fasolo e che oggi ospita l’elementare statale e la materna comunale.
Durante i lavori, che cominceranno il 5 marzo e dureranno due anni, i bambini proseguiranno le loro lezioni. Alla fine, però, tolte le impalcature, vedranno tutta un’altra scuola. «È la prima volta che a Roma, attraverso fondi privati, si fa un restauro conservativo di un bene pubblico coma una scuola – annuncia fiera la minisindaca Sabrina Alfonsi -: non si pensa cioè solo alla funzionalità interna dell’istituto, ma anche all’esterno, all’impatto sul decoro urbano in una zona tutelata dall’Unesco. C’è una visione di città». Tecnicamente, realizzerà i lavori il raggruppamento temporaneo d’impresa Sorgente Rem, che fa capo a Sorgente Group Italia di Valter Mainetti, specializzata in restauri conservativi di immobili di pregio, assieme a Urban Vision, che si occupa di sponsor su edifici e opere d’arte. L’intervento prevede il rifacimento integrale delle facciate del lungotevere Tor di Nona, e dei prolungamenti su via della Rondinella e via del Mastro: si interverrà su ogni aspetto, dagli elementi in pietra che saranno puliti e restaurati all’edera americana che distingue l’istituto, e nel tempo ha danneggiato gli intonaci e gli stucchi.
Il municipio lancia questo progetto anche nella speranza che diventi un precedente, che cioè il modello sia replicabile. «Fare da apripista ci rende orgogliosi – ha detto Elisabetta Maggini, del cda di Sorgente Group –, e ci fa ben sperare che altri progetti simili si possano attivare per il recupero di opere di pubblica utilità, come per altre scuole della nostra città». Anche Chiara Cecilia Cuccaro, a capo della direzione tecnica del I municipio, sottolinea che «l’ipotesi di associare finanziamenti privati a opere che diano un beneficio pubblico è prevista da almeno due decenni dal Codice dei lavori pubblici ma l’associazione all’edilizia scolastica non è semplice, sebbene il patrimonio scolastico in particolare nel centro storico di Roma sia vetusto. Ma non si deve trascurare il valore iconico che l’aspetto esterno di un edificio può comunicare».
www.roma.corriere.it – 26 febbraio 2021