Adesso il ministro Sangiuliano vuol trasformare l’Italia nella vera capitale mondiale della cultura
«Innanzitutto, occorre valorizzare il nostro immenso patrimonio culturale. Siamo la prima superpotenza culturale del pianeta e dobbiamo mettere a frutto questa posizione. La cultura può dare molto di più di quanto non faccia già, in termini di Pil e di crescita della nazione. Può creare posti di lavoro qualificati e attivare circuiti importanti». Lo spiega in un colloquio in esclusiva con ItaliaOggi il neo ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. «Per fare questo occorre rendere efficiente l’intero sistema. Con la cultura si mangia e anche bene. Dobbiamo allargare i flussi e i consumi di cultura a tanti siti di assoluto pregio che sono stati finora sottostimati. È necessario creare circuiti storici, percorsi che partendo dai grandi siti (noti in tutto il mondo) si irradino a tutto il nostro straordinario paese».
«Siamo», prosegue Sangiuliano, «un unicum nella storia, con stratificazioni culturali, artistiche, architettoniche millenarie che si sovrappongono: dai greci ai romani, senza dimenticare la civiltà etrusca, ma anche le influenze arabe in Sicilia, e ancora i goti, i longobardi, i normanni fino a quelle spagnole e francesi. Dobbiamo capitalizzare tutto ciò. Farlo diventare il motore della nostra economia, in grado di creare occupazione e sviluppo».
Anche la grande imprenditoria segue con attenzione le mosse del nascituro governo Meloni in fatto di cultura. Valter Mainetti, presidente di Sorgente Group e della Fondazione Sorgente Group spiega che «il contributo dei privati è già importante ma potrebbe anche diventare maggiore, attraverso un coordinamento con le istituzioni per mettere a sistema gli interventi pubblici con quelli privati. Noi abbiamo sempre creduto nella cooperazione con le istituzioni pubbliche, tanto che nel nostro Gruppo abbiamo istituito la Fondazione Sorgente Group che si occupa di promuovere il patrimonio culturale italiano e con la quale abbiamo riportato in Italia opere archeologiche che si trovavano all’estero e con la nostra azienda poniamo particolare attenzione alle opere di restauro conservativo, consapevoli che il senso inclusivo dell’arte ci consente di portare avanti progetti importanti per il Paese». Insomma, l’Italia ha tutti gli strumenti, pubblici e privati, per puntare ad essere capitale mondiale della cultura.
Italia Oggi – 1/12/2022